Home Attività Parrocchiali Liturgia Domenicale XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - 24-10-2010

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - 24-10-2010

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Prima Lettura

La preghiera del povero attraversa le nubi.

Dal libro del Siràcide (Sir. 35,15-17.20-22)

Il Signore è giudice e per lui non c'è preferenza di persone. Non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell'oppresso. Non trascura la supplica dell'orfano, né la vedova, quando si sfoga nel lamento. Chi la soccorre è accolto con benevolenza, la sua preghiera arriva fino alle nubi. La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l'Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l'equità.

 

Salmo (Sal. 33)

Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

 

Seconda Lettura

Mi resta soltanto la corona di giustizia.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2Tm. 4,6-8.16-18)

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 

Vangelo

Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 18,9-14)

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo". Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore". Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

 

Per pregare, dopo la Santa Comunione                         (Preghiera di Averardo Dini)

«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano» (Lc. 18,10)

Signore, oggi voglio essere sincero con te:
qualche volta vengo in chiesa, come il fariseo,
per dirti che sono bravo
e sventolo davanti a te
il medagliere che mi sono costruito
vantandomi di essere migliore degli altri.

Mi accorgo però che tu non mi ascolti
e volgi lo sguardo da un'altra parte
giacché non apprezzi chi si vanta,
chi si loda o si autoincensa.

Tu vuoi che io venga davanti a te
per dirti i miei errori
e per chiederti il tuo perdono.

Tu mi ascolti solo
se ti parlo con umiltà
e senza mai giudicare gli altri,
unicamente motivato
dalla gioia di essere alla tua presenza
e di sapermi guardato
dai tuoi occhi misericordiosi,
così come è stato per il pubblicano
della tua parabola.

Amen.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 26 Ottobre 2010 15:08 )