18° Anniversario della morte della Serva di Dio MIRELLA SOLIDORO

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Sabato 08 OTTOBRE 2016 con inizio alle ore 18.30,

nella Chiesa Parrocchiale Santi Martiri G. Battista e M. Goretti

è stata celebrata una S. Messa di suffragio in occasione del

18° anniversario della morte della Serva di Dio

MIRELLA SOLIDORO.

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La suggestiva funzione religiosa ha visto la partecipazione di numerosi fedeli provenienti da tutte le parrocchie di Taurisano ma arrivati anche da vari paesi della Diocesi e della provincia.

La Santa Messa è stata presieduta da don FABRIZIO GALLO, Parroco di Castrignano del Capo e per 6 anni viceparroco nella nostra parrocchia, ed ha visto la presenza di numerosi sacerdoti e diaconi: don Mario Politi, don Napoleone Di Seclì, Don Antonio Mariano, Don Franco Botrugno, ecc..
La Parrocchia "San Michele Arcangelo" di Castrignano ha animato ogni parte della celebrazione (letture, preghiera dei fedeli, servizio dei ministranti all'altare, raccolta delle offerte durante l'offertorio, fino alla guida dei canti con il Coro Parrocchiale, molto bravo, guidato dalla maestra IRMA BRUNORI.

Durante l'omelia, don Fabrizio ha ricordato come il tema predominante della Liturgia della Parola fosse la Vigna.
Nella prima lettura, tratta dal profeta Isaia, si fa un bel canto d'amore per la vigna che altro non è se non il popolo. Dio è innamorato del suo popolo ma è malinconico perché sa di amare tanto ma sa anche di non essere ricambiato. Dio ha fatto tutto per la sua vigna ma questa ha prodotto solo uva cattiva. "Ti ho amato tanto e tu ti sei prostituita" Lo sposo non la lascia, la rincorre perché continua ad amarla. Dio non si stanca nell'amare perché è tenace, caparbio, testardo.
Non come noi. Il vero amore sta proprio nel continuare ad amare anche quando non si è amati.
Noi siamo la vigna del Signore.
Siamo stati messi da Lui e ci custodisce per produrre frutti di giustizia e di amore.
Nel brano evangelico, tratto dal vangelo di Matteo, Gesù attualizza il discorso della vigna. 
I vignaioli hanno ucciso il figlio del padrone, cioè Lui stesso ma il sangue versato nella vigna ha dato il primo frutto: Gesù e la sua missione.
Nel momento in cui il Cristo si è dato alla sua vigna, la vigna (cioè la Chiesa) produce frutti di giustizia e di amore.
Anche Mirella è un frutto buono della vigna del Signore, frutto scaturito dalla passione e dalla risurrezione di Cristo.
S. Agostino diceva alle vedove che la Chiesa è un campo con tanti fiori: le rose rosse dei martiri, i gigli bianchi delle vergini, le viole delle vedove.
Mirella ha il rosso del martirio perché ha sofferto e la sua sofferenza è stata vissuta per il Signore, occasione di grazia per donarsi completamente a Cristo.
La purezza delle vergini perché Mirella non era sposata e ha vissuto tutta la sua esperienza di dolore con un cuore puro, consacrato al Signore.
Perché è necessaria tanta sofferenza? Gesù poteva salvarci in tanti modi ma ha scelto la sofferenza per capire veramente l'amore per l'altro. Molto amore, molta sofferenza. Dovremmo riscoprire il valore della sofferenza come via per arrivare alla salvezza. Mirella ha capito, vissuto e testimoniato la sofferenza ma con gioia, con il sorriso anche se dentro pativa le più dure pene. 
Chiediamo al Signore - ha concluso don Fabrizio - la grazia di essere, come Mirella, frutti buoni della sua santa vigna, frutti che si donano ai fratelli come ha fatto Gesù che, per primo, ha versato il suo sangue per la salvezza di tutte le persone.

Ultimo aggiornamento ( Martedì 04 Settembre 2018 06:51 )